La mia giornata di oggi era iniziata in modo abbastanza banale.
Dato che dovevo andare dal parrucchiere da settimane, ma non sapevo dove, mi son detta…vado a caso in centro, vedo se nel salone c’è gente, se è vuoto passo oltre, altrimenti prendo appuntamento al momento. Vado quindi in Friedrischstrasse, la via fighetta di Berlino, entro nel primo salone: pieni, vado nel secondo: pieni. Vado nel terzo, mi piazzano alle 16.00. Perfetto – penso – faccio un giretto in zona e poi torno.
Il quartiere è signorile, di classe, tranquillo e io ho appena trovato un parrucchiere. Sono contenta.
Ma non avevo fatto i conti con l’Imprevisto.
Torno mezz’ora prima e trovo la strada bloccata…polizia ovunque, camionette, manifestanti (de che? boh?). Tento di aggirare il blocco, passando da un’altra strada, anche quella bloccata. Inizio a sbuffare. Prendo la Metro, passo sotto al blocco, riemergo ma devo passare un ponte. Chiuso. Tento di sedurre l’affascinante poliziotto tedesco, prima facendogli gli occhi dolci, poi fingendo di essere sul punto di piangere: “Mi scusi ho un appuntamento tra 30 minuti proprio a 100 metri da dove sta lei!”
Lui gentile, ma irremovibile se ne sta dietro le barriere di ferro.
Faccio un altro chilometro, giro su un altro ponte, torno indietro bestemmiando in veneto stretto, incappo in un altro blocco.
Il salone è nella zona rossa, inarrivabile.
“Ma chi deve manifestare?”chiedo imbufalitissima al secondo poliziotto (meno carino del primo).
“E’ la manifestazione per i cattolici antiabortisti per il diritto alla vita.”
“Mi faccia capire…I CATTOLICI stanno attentando alla mia piega????”
A sto punto mi sale il mostro…mi giro e vedo un ristorante di lusso, ha l’uscita fuori dal blocco, ma un’altra porta oltre la barriera della “pula”. Entro nel locale, supero il salone in mezzo ai camerieri, mi allungo verso una porta con delle finestrelle tonde, mentre il maitre si avvicina e mi chiede: “Lei è cliente?” e io con la solita faccia di tolla: “In effetti no, ma ho un appuntamento lì, se mi permette.” E indico fuori dalla porta.
Il parrucchiere è a 60 metri,
Sguscio fuori dal locale. Sono nella strada vuota di civili e piena solo di poliziotti, camionette e cani.
Con passo tranquillo mi avventuro in mezzo al viale mentre centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa si stanno muovendo verso il corteo e poi inizio a correre.
50 metri dal parrucchiere.
Ci sono quasi.
Sembra che nessuno mi noti.
40 metri.
Qualche poliziotto gira il casco verso di me e mi guarda perplesso.
30 metri…dribblo una camionetta, un albero, un tizio con un manganello e visualizzo i parrucchieri, che intanto hanno fermato la porta temendo disordini.
Mi vedono, capiscono che sto per irrompere attraverso il vetro come una furia, spalancano la porta facedomi atterrare nell’atrio del salone col fiato corto.
“Salve ho un appuntamento alle 16.00…so che sono un pò in ritardo, ma me li tagliate lo stesso, vero?”
Morale: Se una donna deve raggiungere il suo parrucchiere: IMPOSSIBLE IS NOTHING, caro il mio bel poliziottino tedesco.
ph. Steven Meisel